Recensioni

—> tratto da Meritocrazia di Roger Abravanel.

<Quando un giovane chiede di essere ammesso a un’università (università americane n.d.r.) gli vengono richieste, oltre a numerose altre informazioni, delle lettere di “raccomandazione”  da parte di persone che lo conoscono. Queste lettere costituiscono un elemento essenziale del processo di selezione, e vengono prese molto sul serio sia da chi le scrive, sia da chi le legge. Hanno un peso determinante nel processo di selezione, perché nella società meritocratica il “capitale sociale” è considerato un elemento importante del potenziale di un individuo>

In un Paese dove tutto il dibattito politico è incentrato sulle “riforme” si continuano ad ignorare concetti basilari come, ad esempio, la Meritocrazia in grado di porre tutti i Giovani sulla stessa linea di partenza nella competizione chiamata “vita”. Se ne deduce che la “Meritocrazia” è, in Italia, ancora un concetto astratto pronunciato, il più delle volte, da personaggi del tutto dimentichi di come, troppo spesso, sono arrivati ad occupare  il pulpito da cui pronunciano falsi convincimenti.

Se ne deduce che gli attuali competitori sono legittimati a concorrere alcuni con le “scarpette” ed altri scalzi, ossia i primi forti del patrimonio apportato dalla famiglia e gli altri con il poco che possiedono: è facile dedurre chi risulterà avvantaggiato e quindi destinato alla vittoria. Il risultato è però sotto gli occhi di tutti e chi non ha concorso a causare il danno è oggi, purtroppo, chiamato a rifondere il debito da altri contratto.

I giornali che hanno recensito Andrea De Angelis sono, di fatto, una prima compensazione …  “un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d’albero e un cappellino di midolla di pane” … quel poco di cui disponeva Pinocchio prima di divenire un “ragazzino per bene” ma che comunque può aiutare a rimanere in pista e tentare di accedere in quel che è chiamato “ascensore sociale”, assolutamente fermo nel Belpaese

Grazie allora ai tre quotidiani di cui sotto, poiché sono essi a “certificare” le sue attuali abilità: dipenderà solo da lui se farne, in futuro, un tesoro, oppure disperderle nel nulla per non ritrovarle mai più. Il papà.

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